ACROSS ASIA FILM FESTIVAL
Singapore Vietnam Cina Giappone

22-27 febbraio 2016
Cagliari

Cineteca Sarda, Greenwich d’essai, Spazio Odissea,

Scuole del territorio, Chiesa di Santa Chiara

Direzione artistica
Stefano Galanti
Maria Paola Zedda

Sotto gli auspici del Consolato RS Viet Nam in Torino e Genova.

In collaborazione con Consolato Generale di Singapore in Italia, Fondazione Sardegna Film Commission, Goethe Institut Hanoi, Centro di Studi Vietnamiti, Associazione Nazionale Amicizia Italia Viet Nam, Comitato Sardegna dell’Associazione Nazionale di amicizia Italia Viet Nam, Musei Civici di Cagliari, Cineteca Sarda

In occasione della celebrazione dei 50 anni dalla nascita della Repubblica di Singapore e dei 40 anni dalla nascita della Repubblica Socialista del Vietnam

Proiezioni, concerti, ospiti internazionali, incontri di studio e approfondimenti.

 

AAFF 2016 poster_1Across Asia Film Festival, giunto alla sua quarta edizione, è un festival di cinema incentrato sui linguaggi più interessanti e innovativi del cinema asiatico contemporaneo che si propone di mostrare la produzione cinematografica asiatica, di sviluppare gli scambi culturali internazionali, di ampliare e approfondire la visione interculturale.

Dedicando la sua programmazione alle scene indipendenti, il festival offre uno sguardo inedito sull’Asia e sulle sue rappresentazioni, attraverso analisi e focus su movimenti, paesi e contesti di produzione specifici.

Dopo il grande successo delle prime tre edizioni presentate a Cagliari e a Roma (in collaborazione con MAXXI, Museo Nazionale delle arti del XXI secolo), il festival riapre nel 2016 con un progetto ampio, che guarda all’ibridazione di culture, alle rotte del lavoro, al pluralismo, fenomeni questi che caratterizzano l’Asia contemporanea, in particolare l’area del Sud Est e la Cina, e che, in forme diverse, diventano di particolare importanza nella nostra società, oggi.

 

L’edizione 2016 sarà incentrata sul cinema del Sud Est Asiatico, con focus su Singapore per i 50 anni della sua Indipendenza e Vietnam, in occasione  della celebrazione dei 40 anni  dalla nascita della Repubblica Socialista.

Singapore, con la sua “identità multiculturale unica“, si delinea come l’avanguardia dell’Asia ed è da sempre luogo di sperimentazione, di progettazione delle città del futuro, di attraversamento delle rotte del lavoro. Il suo cinema rappresenta con toni spesso iperrealisti, le marginalità urbane e le rapide, a volte drammatiche, trasformazioni economiche che investono il suo territorio.

Il Vietnam è un paese altrettanto giovane in cui sta prendendo forma una nuova scena di giovani filmmakers e documentaristi che grazie all’introduzione del digitale si sta affermando nel panorama internazionale.
La programmazione, curata da Stefano Galanti e da Maria Paola Zedda, sarà articolata in diverse sezioni: il focus su Singapore proporrà una serie di lungometraggi indipendenti, tra cui le opere del regista cult Eric Khoo e di Royston Tan;​ il Vietnam sarà rappresentato da una serie di cortometraggi e da lavori sperimentali in collaborazione con l’Hanoi DocLab. Come cameo, verrà proiettato il film Behemoth del regista Zhao Liang, vincitore del Green Drop Award alla 72ma Mostra del Cinema di Venezia.  Il carattere pittorico e la straordinaria potenza delle immagini filmiche sono solo uno dei punti di forza di un lavoro che guarda all’emergenza della problematica ambientale nella regione mineraria dell’Inner Mongolia.

Tra gli appuntamenti formativi, la masterclass di Gertjan Zuilhof, selezionatore e curatore di cinema per numerose istituzioni e festival primo tra tutti l’International Film Festival di Rotterdam, sabato 27 febbraio alle 10.00 presso la MEM – Cineteca Sarda. La masterclass dal titolo A Personal Approach Towards South East Asian Independent Cinema, è realizzata con la collaborazione della Fondazione Sardegna Film Commission.

Una sezione speciale sarà dedicata alle sonorizzazioni dal vivo di classici del cinema muto giapponese e indonesiano, di registi come Hiroshi Teshigahara maestro della nouvelle vague nipponica e Tomiyasu Ikeda, composte per l’occasione da musicisti di rilievo internazionale. The Night of the Living Soundtracks, nella suggestiva location della Chiesa di Santa Chiara, il 27 febbraio ospiterà i suoni di Mike Cooper, Donato Epiro, Area 51 E.E.E. e Area 51 Quartet – questi ultimi nati da un progetto in sinergia con le classi di musica contemporanea del Conservatorio di Cagliari Pierluigi da Palestrina, curate da Alessandro Olla e Daniele Ledda.

Per le giornate di venerdì 26 e sabato 27 è previsto un servizio di visite guidate gratuite al Museo d’Arte Siamese “Stefano Cardu”, un prezioso seppur poco conosciuto museo nel cuore della Cittadella dei Musei, dove è esposta una prestigiosa collezione di opere provenienti dalla penisola del Siam, da Vietnam, Birmania, Cina e Giappone. In collaborazione con i Musei Civici di Cagliari.

Cagliari, 22-27 febbraio 2016 

Cineteca Sarda, Cinema Greenwich, Cinema Odissea, Scuole del territorio, Chiesa di Santa Chiara.

 

Con il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna, del Comune di Cagliari e in collaborazione con Fondazione Sardegna Film Commission, Goethe Institut Hanoi – Hanoi DocLab, Centro di Studi Vietnamiti, Associazione Nazionale Amicizia Italia Viet Nam, Comitato Sardegna dell’Associazione Nazionale di amicizia Italia Viet Nam, Cineteca Sarda, Signal, Ticonzero, Spazio Odissea, Leggendo Metropolitano, Teatro di Sardegna, Musei Civici di Cagliari.

 

Contenuti cinematografici

 

Il festival renderà omaggio a Eric Khoo, uno dei maggiori esponenti della scena di Singapore, regista culto e punto di riferimento della produzione indipendente asiatica. I film di Eric Khoo esplorano una gamma di temi vigorosi, tra cui il senso di alienazione nella Singapore contemporanea, la nostalgia per un passato umano, la sessualità raccontata con un linguaggio raffinato, delicato e duro allo stesso tempo.

Di Khoo verrà proiettato Be with me, dove il regista esplora i temi della solitudine urbana e dello spleen sentimentale, attraverso le storie intrecciate di una scrittrice sordocieca, una coppia di teenager lesbiche e un addetto alla sorveglianza notturna. My Magic (2008), primo film di Singapore in Concorso a Cannes narra della drammatica relazione tra padre e figlio, un ex mago alcolizzato e un ragazzo di 10 anni, orfano di madre,  nella marginalità urbana di Singapore.  Tatsumi, film di animazione ispirato all’autobiografia di Yoshihiro Tatsumi, inventore del genere gekiga, fumetto per adulti, in Giappone.

Di Royston Tan, enfant terrible della scena di Singapore, verrà proiettato il suo capolavoro 4:30 e il suo ultimo film 3688, un musical in cui convive la tradizione dal passato musicale di Singapore con l’hip hop.

7 Letters (2015) è una antologia dei migliori registi di Singapore dedicata alla celebrazione dei 50 anni dalla nascita della Repubblica di Singapore.

Sempre del 2015 Little People Big Dreams di Mak CK è un documentario sull’Impero dei Nani, un parco a tema, dove le persone affette da nanismo in Cina vivono e lavorano tra loro senza subire le discriminazioni della società. Il documentario è la cronaca dei viaggi di alcuni dipendenti dell’Impero dei Nani, giunti a un punto di svolta della loro esistenza in un’avventura oltre il confine della propria dimensione. Prima europea

In collaborazione con l’Hanoi DocLab verranno inoltre presentati i lavori dei nuovi filmmakers vietnamiti, in due pomeriggi di cortometraggi, di documentari e sperimentazione: DocLab Selected e The Sound We See – Hanoi City Symphony, un’esplorazione cinematica del dinamico sviluppo urbano della capitale del Vietnam. 18 filmmaker vietnamiti hanno lavorato insieme per documentare il ritmo e il movimento della vita quotidiana nella città di Hanoi. Girato in bianco e nero con una camera Super 8 e processato al DOcLab, The Sound We See: A Hanoi City Symphony è la risposta al capolavoro di Walter Ruttman del 1927, Berlin: Symphony Of a Great City, che esplora nuovi approcci creativi e celebra le energie e le possibilità dell’Hanoi del XXI secolo.

Evento speciale:

Behemoth (2015) di Zhao Liang è un viaggio tra le distese dell’Inner Mongolia e i suoi paesaggi minerari dove vite di lavoratori si consumano tra il frastuono degli autocarri e le polveri di carbone che sono costretti a respirare. Creature simili a fantasmi vivono un’esistenza da purgatorio, mentre la morte li osserva dietro l’angolo.

Il grande impatto visivo dei quadri pittorici, l’assenza di una narrazione tradizionale fanno di questo film un’opera di grande intensità, sospesa in una linea di confine tra cinema e arti visive.