Caochangdi Workstation &The Memory Project

 folk memory project

 

Cao Chang Di Work Station (CCD), fondato dal filmmaker Wu Wenguang e dalla coreografa Wen Hui a Pechino nel 2005, è il luogo dove ha sede il film studio del documentarista e regista Wu Wenguang e il Living Dance Studio. Insieme, Wu e Wen hanno lavorato alla costruzione di una piattaforma per lo sviluppo del documentario e della performance, dedicata specialmente alla formazione di giovani artisti e concepita come spazio indipendente. Dal 2005, il CCD Workstation ha ospitato una lunga serie di documentari e performance.

Nell’estate del 2009 è iniziato un progetto di documentari per ricostruire gli eventi che hanno avuto luogo nei 3 anni della Grande Carestia, nel periodo dal 1959 al 1961. Così è nato il Folk Memory Project.

Dall’estate del 2010 ad oggi ci sono stati 21 partecipanti, che hanno reso il Folk Memory Project il punto di riferimento del lavoro al Caochangdi Workstation.

Questi 21 partecipanti sono tornati di loro sponte nei loro rispettivi villaggi di origine per intervistare e annotare informazioni su questo evento. Sono state coinvolte persone di oltre 60 anni, con esperienza nel documentario, nel teatro o legate ad altre arti. Questo progetto aveva avuto un immediato effetto di espansione testimoniato da un numero di partecipanti sempre in crescita e la creazione di un largo archivio di registrazioni e interviste degli abitanti dei villaggi.

Solo nel 2012 nel CCD Workstation si contavano 103 partecipanti al Folk Memory Project che stavano tornando dai loro villaggi con 900 interviste da 18 province e 130  paesi. I temi delle interviste oscillavano tra il fenomeno della “Grande Carestia”, il cosiddetto “Grande Balzo in avanti”, la “Riforma della terra” e la “Rivoluzione culturale”, in periodi culturali distinti. In sostanza questo progetto rappresenta ancora il tentativo di creare un archivio delle memorie popolari.

Bussando alle porte della Memoria con una video-camera

Una manciata di persone prende una video camera e torna ai propri rispettivi paesi. Va alla ricerca di una generazione di anziani che ancora sopravvive in case buie e spoglie. Va a scoprire le memorie nascoste al loro interno. Ogni filmmaker ha una relazione preesistente con il paese. Qualcuno vi era nato o cresciuto, altri non avevano mai vissuto nei villaggi, ma avevano lì i genitori o i nonni. Per gli anziani del villaggio, era la prima che qualcuno arrivava da loro con una videocamera e chiedeva di aprire il nido della memoria. C’era la generazione più giovane, che scavalcava quella dei genitori – la generazione che ha ripulito via la memoria – per andare a domandare ai più anziani del loro passato. Questo incontro può essere goffo, poco confortevole ma per altro verso costituisce anche un’avventura molto eccitante.

Le loro storie sono ora i documentari presenti in questo programma.